Nell’episodio di questa settimana:
Gli Stati Generali
Il congresso del M5s non riguarda solo la linea politica. In gioco c’è soprattutto il futuro degli “stakeholder”, i portatori d’interesse che giocano questa partita. Davide Casaleggio, Beppe Grillo, i parlamentari di prima nomina – che possono essere ricandidati – quelli che stanno esaurendo il secondo mandato, gli attivisti che aspettano il proprio turno. Finora si sono espressi chiaramente la corrente di Dalila Nesci, quella di Nicola Morra, quella di Luigi Di Maio e quella di Alessandro Di Battista. Oltre, ovviamente, al proprietario della baracca: Davide Casaleggio, che ha pronto un partito di scorta grazie a una furbata…
Qui PD
Una chiacchierata con Nicolò Carboni, membro dell’Assemblea e della Direzione del Partito Democratico. Il ruolo storico e quello futuro del partito di Zingaretti, ancora segretario dopo aver giurato di non voler governare con il Movimento 5 Stelle. E poi, la candidatura di Carlo Calenda a sindaco di Roma, le primarie, la collocazione internazionale dell’Italia in vista del voto americano.
Le mille associazioni gialle
I Casaleggio hanno scarso rispetto per la legge. Non concepiscono il concetto di regole comuni. Soprattutto Gianroberto aveva un approccio inverso rispetto a quanto si dovrebbe. Come racconta Nicola Biondo nei nostri libri, quando qualcosa che proponeva si facesse era sostanzialmente illecito, rispondeva spesso “trovate una norma che lo permetta”. È in questo contesto che questi pasticcioni hanno concepito il Movimento 5 Stelle, prima come attività secondaria della propria società – Casaleggio Associati – poi attraverso ben quattro soggetti giuridici diversi, con l’aggiunta dei comitati elettorali e quello per le restituzioni.