Proseguo il commento dei dieci punti che Casaleggio ha bollato come fake news che riguardano la gestione del Movimento. Oggi parliamo dei soldi di Rousseau.
È un argomento decisivo, perché il modo in cui Casaleggio amministra l’associazione la rende, di fatto, la tesoreria e l’unità organizzativa del Movimento 5 Stelle. Infatti, buona parte del bilancio riguarda la gestione degl’iscritti e l’accantonamento per la tutela legale. Nel passato, per dovere di cronaca, questo accantonamento è servito per pagare le multe al Garante della Privacy. Cioè Casaleggio ha usato i soldi che servivano per lo sviluppo della piattaforma, la gestione degl’iscritti, l’organizzazione degli eventi del partito per pagare la propria incapacità di gestire come avrebbe dovuto i dati.
I fondi, ci spiega, arrivano dalle donazioni di “iscritti e portavoce”. Questa è una inesattezza: i portavoce, intesi come i parlamentari, non effettuano “donazioni” ma pagano un servizio commerciale, cioè la piattaforma. Lo dimostra la natura stessa dell’Associazione Rousseau, che ai fini fiscali è considerata un ente commerciale in virtù di questo scambio, servizio per soldi, che non è liberale quindi no può essere considerato una donazione. Rousseau, per quella parte di bilancio, paga infatti l’IVA.
I soldi drenati dal partito verso Rousseau
C’è poi un fatto non indifferente. Parte dei soldi che gli attivisti pensano di donare al Movimento 5 Stelle, che in realtà entrano nelle casse di Rousseau, sono usati da Casaleggio per organizzare i propri eventi. Il famoso gonfiabile a forma di mouse non riporta i loghi del Movimento, ad esempio. Non sono nemmeno iniziative deliberate dagli organi di partito che, di fatto, è stato espropriato della propria capacità finanziaria. Casaleggio deve ringraziare un comma dello statuto, scritto da Luca Lanzalone, che permette a Rousseau di drenare i soldi che dovrebbero essere spesi per l’attività politica.
In questo modo, Casaleggio non solo amministra la piattaforma ma di fatto è la segreteria e la tesoreria del Movimento, che non ha possibilità di organizzare nulla, contattare i propri sostenitori, tenere consultazioni se non con l’assenso del padrone.