Sabato è partita la Fase tre del movimento di Casaleggio. La prima può essere identificata con i V-Day e le prime liste civiche; la seconda con lo sbarco in Parlamento e il governo con Salvini. La terza è stata formalizzata sabato e domenica scorsi.
Ogni passaggio di fase si può identificare con un fatto molto preciso e circostanziato: i vertici, Grillo e Casaleggio (prima Gianroberto e ora Davide), si liberano di zavorre che sono inutili per proseguire il percorso.
È una tecnica ben rodata ideata da Gianroberto Casaleggio ai tempi del Blog di Beppe Grillo: all’epoca, ogni tanto scriveva un post molto divisivo. Poteva essere sbilanciato a destra o a sinistra e serviva per allontanare chi non era intenzionato e seguire ciecamente la strada tracciata. Un giorno pubblicò un post razzista, che parlava dell’invasione dei “Rom della Romania” – peraltro la locuzione è specificatamente di Davide: mi disse che serviva per “liberarci di un po’ di questi sinistrorsi che infestano i commenti”.
Linguaggio familiare vero? L’invasione ricorda Salvini, no? E il termine “infestare” lo usa Trump con riferimento alle persone di colore.
Dalla fase uno alla fase due
Il primo passaggio di fase, lo abbiamo raccontato in Supernova, avvenne tra il 2012 e il 2013. Partito di Casaleggio si preparava per lo sbarco in Parlamento e serviva fare pulizia. Approfittando della vicenda di Giovanni Favia, che in uno sfogo registrato fuori onda denunciava quello che oggi conosciamo come il Sistema Casaleggio, Grillo fece un video ridicolo, contraddittorio e feroce: “fuori dalle palle chi pensa che io non sia democratico”. Alcuni se ne andarono prima del voto, altri furono espulsi dai gruppi parlamentari con una epurazione di massa mai vista prima nel primo anno di legislatura.
Dopo il voto europeo del 2014 i tempi erano maturi e il famoso “Direttorio” prese il controllo del partito, sottraendolo a Gianroberto, malato e fragile, con l’aiuto del figlio Davide che manovrava nell’ombra, costruendosi un ruolo e un’organizzazione con l’eredità.
Il primo cambio di fase è coinciso anche con la creazione di un’associazione Movimento 5 Stelle parallela rispetto alla prima (la vecchia “non-associazione”) da parte di Grillo, il suo commercialista e il suo avvocato-nipote.
Dal Direttorio, Luigi Di Maio prende di fatto il controllo del partito e alla fine del 2017 inizia il secondo passaggio di fase, che Di Maio e Casaleggio hanno formalizzato nel weekend passando alla fase tre del Movimento.
La fase tre
Anche in questo caso c’è una nuova struttura, un’altra associazione “Movimento 5 Stelle” fondata stavolta da Di Maio e Casaleggio, che affianca l’Associazione Rousseau. Lo statuto, scritto da Luca Lanzalone, mette all’articolo uno la creatura di Davide come unico fornitore possibile per la comunicazione.
Sabato è arrivata pure l’inizio dell’epurazione, in modalità che ricordano un po’ le minacce corleonesi: “mando il mio saluto ad Alessandro [Di Battista]. Gli ex ministri assenti sbagliano a non venire”, ha detto il padrone della baracca, Davide. Un messaggio chiaro: adesso siamo noi lo Stato. E si fa come dico io, chi non è d’accordo fuori dalle palle (cit).
Domenica Di Maio ha chiarito meglio gli obiettivi: stare al governo sempre, in ogni caso. Il che ha perfettamente senso: è il modo migliore per Casaleggio per ottenere vantaggi, come l’invito all’ONU per pubblicizzare le sue attività di poche settimane fa.
La Fase Tre, come dicevo, è iniziata: è quella in cui il Sistema Casaleggio governa, gli altri fanno da gregari e Casaleggio nomina i suoi ai vertici dello Stato. Di Maio, vedrete, resterà sulla scena: è con lui che Casaleggio ha l’accordo che gli permette di drenare soldi dai parlamentari lasciando a secco il partito.