Perché Di Maio rifiuta sempre i confronti
Luigi Di Maio ha deciso di annullare il confronto TV con Renzi chiesto prima delle elezioni regionali siciliane, sostenendo che il segretario del PD “non è più un interlocutore” avendo perso la tornata elettorale.
Non ci sono dubbi sul fatto che la mossa fosse studiata e finalizzata a scopi di comunicazione — come spiega bene David Puente — ma il motivo dell’annullamento non è quello che è stato dichiarato. Si sapeva che il PD non avrebbe vinto in Sicilia, quindi le opzioni erano la vittoria di Cancelleri o la sua sconfitta. Nel primo caso, Di Maio avrebbe avuto il vantaggio del vincitore nel confronto, se mai avesse mantenuto la parola data; adesso può dire, pur avendo perso, di aver comunque fatto (molto) meglio di Renzi e non considerare più utile un confronto con lui.
Il motivo della fuga di Di Maio, quindi, non è la sconfitta di Renzi ma la propria, che rappresenterà presto un problema, come abbiamo già spiegato.
La tecnica di comunicazione la conosco bene: quando lavoravo in Casaleggio Associati e Di Pietro era cliente dell’azienda, capitava di perdere qualche elezione. Ricorda Puente, che era il mio collega che si occupava più degli altri di Italia dei Valori, che in momenti di “crisi” Gianroberto Casaleggio studiava una strategia per veicolare in ogni caso messaggi positivi. Casaleggio, infatti, considerava la comunicazione l’unico fine delle posizioni politiche che dovevano essere assunte: ricordiamo, ad esempio, il caso dell’abolizione del reato di clandestinità.
In Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle raccontiamo l’episodio: nel giro di poche ore il Blog di Grillo pubblica ben tre post in cui sostiene, di fatto, che la politica del MoVimento non deve essere finalizzata all’affrontare e risolvere problemi ma in relazione all’efficacia comunicativa ed elettorale. Supernova è disponibile su Amazon, Google Play, iBooks, IBS, e Kobo.
Così, si può puntare tutto sulla vittoria in Sicilia dicendo che da questa dipendano le sorti del voto nazionale, ma quando si perde si può comunque raccontare di aver aumentato i voti. Una “narrazione”, come si usa dire oggi, che è dunque sempre falsa per definizione.
Alla lunga, però, soprattutto se il MoVimento dovesse vincere le elezioni, questa tecnica o non non funzionerà più o si rivelerà un boomerang. Distorcere sistematicamente la realtà a proprio vantaggio comporta delle controindicazioni, la più deleteria delle quali è la perdita di credibilità.
Un atteggiamento simile a quello avuto col segretario del Partito Democratico, infatti, non si applica a una vertenza sindacale o una trattativa intergovernativa: nel mondo reale delle relazioni politiche e diplomatiche le monete di scambio che hanno più valore sono la credibilità e l’affidabilità, senza le quali non si possono ottenere risultati.
Di Maio, con questo episodio, ha dimostrato di non voler essere riconosciuto come credibile e affidabile ma — anche grazie alla complicità di Renzi che è caduto nella trappola — cinico e furbo. Qualità che aiutano a raccogliere voti e compilare rendiconti eccentrici dei propri rimborsi spese, ma non a costruire l’immagine di un capo di governo credibile.
Io e Nicola Biondo abbiamo scritto come nasce, cresce e muta il MoVimento 5 Stelle in Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle. Eravamo presenti, dal 2007 al 2014 lì dove le cose succedevano, dlla creazione all’arrivo in Parlamento del M5S: in questo libroraccontiamo la storia di come il sogno di Gianroberto Casaleggio sia diventato un pericoloso inganno.
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