Luigi Di Maio ha liquidato come una battuta da comico le parole con cui Grillo ha ironizzato, di nuovo, sulle espulsioni nel MoVimento 5 Stelle: “Faremo un algoritmo, se un parlamentare che hai votato non segue il programma è automaticamente espulso”.
Sarà anche una battuta, ma pochi si sono resi conto che gli strumenti che usa il Movimento permettono un controllo molto preciso sui comportamenti e le scelte di ciascun iscritto.
Rousseau, la piattaforma sviluppata da Casaleggio Associati e “messa a disposizione gratuitamente” è proprietaria: solo il produttore conosce il codice, quindi non è possibile escludere che gli amministratori della piattaforma, che siano i tecnici o i responsabili politici dell’Associazione Rousseau, possano verificare le attività di ciascun iscritto, parlamentari inclusi.
Se queste informazioni fossero a disposizione di tutta la comunità, non ci sarebbe nessun problema. Ma visto che sono poche le persone ad avere accesso a tutti i dati, e che l’informazione è potere, c’è un evidente squilibrio. Questo è uno snodo fondamentale per fare chiarezza sui criteri — del tutto arbitrari — per i quali molte liste a cinque stelle sono state respinte: senza certificazione non possono usare il logo e quindi candidarsi.
Sarebbe interessante sapere, ad esempio, quanti candidati sindaco respinti dallo “Staff” avevano votato contro la formazione del direttorio nella consultazione sul Blog del 2014, e quanti di quelli certificati avevano votato a favore.
Solo lo Staff potrebbe fare chiarezza: e questo è esattamente il problema.